Berlusconi, anche Pd e Lega per il voto palese. No del Pdl: non è previsto al Senato Nuovo scontro sulla decadenza del Cavaliere
ROMA
- E' ancora scontro sul voto del Senato sulla decadenza di Silvio
Berlusconi. Dopo la proposta del Movimento 5 stelle, che ha chiesto il
voto palese in aula a palazzo Madama, anche Pd e lega si schierano a
favore.
«Mi auguro che si voti con voto palese, bisogna avere il
coraggio delle proprie posizioni, ancor più in passaggio così
delicato», dice Nicola Latorre del Pd. «Sono assolutamente tranquillo,
il Pd è compatto su questo», osserva pur ricordando come il regolamento
preveda il voto segreto.
La Lega «chiederà la votazione palese quando arriverà
in Aula al Senato il voto sulla decadenza di Berlusconi. Riteniamo che
ogni partito debba assumersi in maniera limpida le proprie
responsabilità davanti ai cittadini senza sotterfugi o giochi politici»,
dichiara il capogruppo della Lega al Senato, Massimo Bitonci.
«No al voto segreto in aula del Senato sulla decadenza
di Berlusconi», chiede anche Antonio Di. «Chi non ha il coraggio di
votare palesemente - ha sostiene l'ex pm - che cosa ci sta a fare in
Parlamento? Abbiano la dignità di rinunciare alla segretezza del voto».
No del Pdl. «Il regolamento del Senato è chiaro e
prevede il voto segreto a meno che non si realizzino nuove maggioranze
anche in termini di regolamenti ma non vi sarebbero i tempi», dice
invece il president edel gruppo del Pdl a Senato Renato Schifani.«Sinora
la prassi è stata ampiamente violata, le regole procedurali per fortuna
no».
«Le tue provocazioni confermano la volontà del Pd di soffiare
sul fuoco, di rompere quest'esperienza che ha voluto Silvio Berlusconi.
Siamo diversi caro Latorre», aggiunge poi Schifani, in un dibattito
alla festa dell'Udc, rispondendo piccato a Latorre. «Non me ne vado solo
per rispetto a questa platea», aggiunge Schifani, ottenendo il caloroso
applauso del pubblico.
«Non vedo perché Berlusconi dovrebbe dimettersi. Del resto in Giunta per le Immunità del Senato si sta ancora lavorando», ha poi proseguito Schifani.
«Mercoledì è una giornata nella quale proseguiremo un
procedimento avviato già da qualche settimana: credo che non sia
necessario spingere sull'acceleratore in una procedura fine a se stessa
ma che sia necessario assumerci la responsabilità di essere rigorosi,
seri e nel rispetto della legge», ha detto intanto il presidente della
giunta delle elezioni del Senato, Dario Stefano.
«Eviterei di caricare la data di mercoledì e quell'appuntamento
di significati eccessivi se non quelli appunto - ha aggiunto Stefano -
di un procedimento. Un procedimento – ha aggiunto il presidente della
Giunta per le elezioni del Senato - che stiamo realizzando all'interno
di un recinto di regole e di procedure che dobbiamo ossequiare per
rendere la decisione più seria». «Non credo – ha detto ancora – che si
tratti di definire tempi lunghi o corti, ma di definire un processo nel
rispetto dei regolamenti, e quindi anche del diritto di difesa».
«Se fanno cadere Berlusconi penso che il governo cadrà».
È la previsione di Umberto Bossi. «Non mi pare che i parlamentari di
Berlusconi - ha aggiunto - potranno votare per i provvedimenti del
governo. Diranno di sì, ma poi gli voteranno contro».
«Intorno alla decadenza di Berlusconi si sta facendo una
farsa. Se il Pdl e il Pd non vogliono più il governo Letta, se ne
assumano la responsabilità di fronte a famiglie e imprese». Lo ha detto
il ministro della Difesa Mario Mauro.
«Franchi tiratori? Chiedete ai Cinquestelle, non a me. Sono
loro gli esperti». Così il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, ha
risposto sulla possibilità di franchi tiratori in Senato sul voto
relativo alla decadenza di Silvio Berlusconi.
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